domenica 24 marzo 2013

Stato di DECLINO

Posso sembrare retrograda, in realtà sono l’ultima dei Retrogradi, ma se Lorsignori avranno comunque la bontà di ascoltarmi, racconterò la mia storia.

Una storia che può essere ambientata ovunque, forse anche nel Vostro paese, il mio, però, è Declino. E la sua capitale, dove io sono vissuta, è Declino City.

Tutto cominciò con un sms: un messaggino. Un messaggio scritto con il cellulare, come tanti altri. Proseguì con 100 sms. E terminò con 20 miliardi di sms al giorno.  

Che strano è il mondo: all’inizio tutto sembra così bello, comodo, e soprattutto talmente innovativo da diventare indispensabile. Era cominciato così anche a Declino.

Un sms di auguri, poi uno di amore appassionato, e, infine, uno di condoglianze e cordoglio. Diavolo! All’inizio chi di noi avrebbe pensato fosse un “male”: “Mi risparmio una telefonata…”, “E’ solo perché ho poco tempo…” oppure “Chiamarlo sarebbe imbarazzante: gli mando un messaggio…”.

Se solo avessimo saputo! Se solo fossimo stati un po’ meno miopi!

Non furono le autorità di Declino a imporre le REGOLE. Furono le REGOLE a imporsi: senza nessuna forzatura, spontaneamente, da sole.

Ai governanti di Declino non restò che consacrarle con il crisma della legalità, e poi munirle di adeguate sanzioni.

Infatti, il messaggio all’inizio non era l’unico modo di comunicare: no davvero! Si parlava. Si telefonava: certo, magari non a tutti… al fidanzato, agli amici, ai genitori, ai fratelli.

Poi, però, piano piano il tempo diminuiva, e l’imbarazzo per una breve conversazione o una telefonata cresceva sempre più, fino a quando queste pratiche non divennero solo un brutto ricordo.

D’altronde c’era anche la chat. E poi negli sms ci stavamo abituando a far rientrare di tutto, con abbreviazioni e sigle: xkè, xò, cmq, c6…

E così le autorità di Declino non fecero altro che formalizzare la nostra rinuncia. Prima chiedendo ai produttori di M.C.I. (mezzi di comunicazione innovativi) di eliminare le funzioni “per telefonare”, ormai in disuso e, poi, creando un sistema di comunicazione solo “mediato”.

Dio mio. Dio mio, quanto ne sento la mancanza. Delle voci, delle guance rosse per l’imbarazzo, del sorriso di mio figlio, e di tutte le persone, anche le più odiate.

Ora, a Declino, ogni bimbo viene allontanato dalla madre quasi immediatamente, dal momento in cui è in grado di utilizzare gli M.C.I., è considerato adulto, e necessita solo del sostentamento economico.

Con il tempo, l’autorità di Declino ha capito che controllare la comunicazione poteva significare il mantenimento del potere e la stabilità del sistema, così le sanzioni per i “Retrogradi” sono state via via inasprite.

Mi dispiace sia finita così. Non lo avrei mai creduto. Quando scappai con mio figlio, pensavo di potercela fare, pensavo di trovare un mondo diverso in cui non vi fossero M.C.I., ma se Lorsignori stanno leggendo questo mio testamento, vuol dire che così non è andata.

Forse sono stata io a illudermi, ci ho creduto. Ci ho sperato. Ma evidentemente per lui, che non ha visto null’altro che la Declino di oggi, e i suoi M.C.I, anche solo immaginare un’altra realtà era finzione, bugia o quantomeno risultava incomprensibile.

Non era semplice credermi, anche se ero sua madre. Non aveva mai visto le mie lacrime quando chattando mi parlava di lui, quando sapevo che era a poche migliaia di metri e che non avrei potuto accarezzarlo.

Se Lorsignori stanno leggendo questo messaggio, vuol dire che la bottiglia del mio ultimo pasto è giunta fino al mare, proprio come speravo.

Se Lorsignori stanno leggendo questa lettera, sapranno anche ciò che io nemmeno ho il coraggio di ammettere: “Mio figlio mi ha tradito.”

Ma non posso negare a Lorsignori che non lo biasimo.


L’ultima dei Retrogradi di Declino

 

Stato di Declino - Cromautorilive: esperimento di Musica, Colori e Parole 

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