martedì 9 dicembre 2014

Ich bin ein Berliner...

Sono passate ormai dieci ore da quando l'alba ha colorato di rosa lo sfondo dell'aeroporto di Berlino.
La sveglia è suonata presto. Fermata. Poi ripartita incessante. Oggi non si poteva dormire altri cinque minuti: c'era un volo da prendere.
Ora Berlino è già dietro le spalle con la sua densa storia, i suoi odori, la sua vitalità da adolescente, la sua voglia di cambiamento.
Nel mio bagaglio a mano l'una sopra l'altra: emozioni, immagini, la meraviglia, la malinconia per il rientro a casa.
Perché Berlino è «die Mauer».
Berlino è l'odore di fritto.
Berlino è il movimento continuo.
Berlino è il cantiere infinito. Perché c'è ancora molto da inventare. O da riscrivere.

Berlino è il berliner currywurst. Mangiato in piedi.
Berlino è l'isola dei Musei. Talvolta chiusi per restauro perché si investe nella cultura.
Berlino è un passante che ti vede in difficoltà con la cartina e ti chiede «May I help you?».
Berlino è la bicicletta sulla metro.
Berlino è la storia di una divisione durata quasi trent'anni.
Berlino è architettura.
Berlino è il memoriale dell'Olocausto con il suo carico di angoscia e oppressione. Perché si possa provare l'isolamento-accerchiamento che taluni hanno sofferto.
Berlino è il grattacielo avvenieristico con luci che ballano a tempo di musica accanto al palazzone comunista dalle finestre tutte uguali.
Berlino è Postdamer Platz con il mercatino di Natale.
Berlino è la striscia della morte perché quanti hanno tentato di attraversarla cercavano disperatamente un bene del quale talvolta dimentichiamo di avere il privilegio di godere: la Libertà.
Berlino è John Fitzgerald Kennedy. Ich bin ein Berliner.
Berlino è un signore che ti indica il treno giusto, tanto è anche il suo. Ma sbaglia. E nel frattempo ti racconta cos'era il Muro per lui che viveva all'ovest. Di come, una volta caduto, tutto d'un tratto ci fossero strade nuove da percorrere. E, comunque, come anche il capitalismo abbia i suoi problemi.
Berlino è il mercatino con specialità turche. Che se la giocano per numero con quelle tedesche.
Berlino è una coppia di portoghesi che gestisce l'appartamento dove alloggi.
Berlino è intercultura. Dove l'inglese trova la sua dimensione quasi meglio che a Londra.
Berlino è avere i capelli colorati e il piercing senza che nessuno vi dia più peso di quello che merita un abito che non fa il monaco.
Berlino è la polizia che osserva attenta ciò che accade.
Berlino è una bicchiere di cartone con un caffè caldo al mattino.
Berlino è un passante che chiacchiera con una mendicante.
Berlino è la «Torre della Televisione» di 368 metri, dimostrazione di forza del regime, che, novella presenzialista, si infila in ogni foto.
Berlino è Nefertiti. Raffigurazione di donna che sembra possa parlare da un momento all'altro.
Berlino è la cioccolata di Fassbender & Rausch. Perché anche qui può esserci dolcezza.
Berlino è l'alba alle 8.05 che ti ricorda, a malincuore, che è ora di lasciarla.

1 commento:

  1. Un amico e maestro al quale invidio l'ampia cultura aggiunge:

    Berlino 1996 sotto la pioggia in camper
    Berlino di domenica in riva alla Sprea
    Berlino con le bancarelle dei cimeli comunisti
    Berlino e i campanelli con i cognomi italiani
    Berlino e l'altare di Pergamo
    Berlino e lo zoo di Christiane F.
    Berlino città aperta
    Berlno bagnata di sera

    ...Ma Nefertiti in restauro era chiusa.

    A.F.

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