sabato 26 luglio 2014

Un Miserabile eBook

Ho sempre sofferto una certa difficoltà nell'accettare gli ebook e nell'affrontare i "Classici".
Ho sempre pensato che un libro è un libro. Copertina (preferibilmente rigida), pagine che frusciano quando le giri, odore di carta, polvere. 
Ho sempre pensato, grazie agli alibi suggeritimi da Nick Hornby e Daniel Pennac che, in fin dei conti, potevo ignorare l'esistenza di grandi capolavori. Potevo perché sono un lettore e in quanto tale ho dei diritti ("Come un romanzo") e potevo perché non c'è nessun libro che ad una certa età si deve aver letto.
Mi sono arreso tra gli altri a Siddartha, all’Ulisse di Joyce, a Guerra e Pace. Ho sconfitto, ma con gravi perdite: I Buddenbrook e l’Idiota.  E già mi sentivo in colpa intravedendo (per precisa scelta ovvero scappando a gran velocità) articoli intimidatori del tipo “25 Classici che bisogna leggere nella vita”...
Fino a quando Ebook (grazie papà) e Classici non si sono messi d'accordo per sovvertire le mie abitudini da lettore.
Esattamente da quando Victor Hugo, per pochi spicci (“I Miserabili”), ha preso in affitto il mio comodino. In una strana copula tra modernità e classicismo sono a rimettere tutto in discussione.
Così sono stato trascinato a Waterloo con Thénardier o a Parigi con Cosette da un dispositivo elettronico. Catapultato nel bel mezzo di una sommossa con nient’altro che un e-reader scarico. 
Il futuro che fa visita al passato.